Alassio

Venerdì 15 ottobre un convegno (senza soldi pubblici) per ricordarci che il tempo è scaduto
Alassio sconfitta dal depuratore che non c’è
Il mare è un’eccellenza, non merita sporcizia
Tra i presenti due assessori regionali ed esperti, coordina il giornalista Daniele La Corte

Venerdì 15 ottobre un convegno (senza soldi pubblici) per ricordarci che il tempo è scaduto
Alassio sconfitta dal depuratore che non c’è
Il mare è un’eccellenza, non merita sporcizia
Tra i presenti due assessori regionali ed esperti, coordina il giornalista Daniele La Corte
 

Alassio – Se il mare è sporco il turismo muore“. E’ possibile che nel terzo millennio, nella città ligure simbolo e precursore del turismo, si debba discutere di una materia platealmente scontata? Della serie chi “non ha pane non mangia”. Eppure il convegno-appuntamento di venerdì 15 ottobre 2010, nella sala congressi del G.H. Diana della famiglia Quadrelli, è quanto di azzeccato ci possa essere. Non perchè l’incontro (organizzato senza soldi pubblici) possa risolvere ciò che per decenni non si è fatto, semmai per ricordarci che la salute e la pulizia del mare non possono più attendere. Con la sabbia, il clima, il nostro mare resta una vitale risorsa per migliaia di famiglie, per l’economia da turismo balneare.

La scelta di Alassio pare del tutto casuale, O meglio, scaturisce dalla vitalità della neo associazione culturale “Anche noi per Alassio” che si propone di dare una scossa, si dice al di sopra degli schieramenti, anche se il suo operato finisce per sconfinare (e turbare) nella politica cittadina, provinciale, regionale.

 

Alassio, regina del turismo, che non più tardi di sabato 2 ottobre 2010, con titoli dei giornali locali, è tornata alla ribalta per il gran pasticcio irrisolto del “Depuratore che non c’è“.

Trucioli Savonesi, nel suo modesto e piccolissimo osservatorio, si era già occupato del caso ed aveva promesso ai lettori che avrebbe dedicato altri approfondimenti. Ricordate la società Acqua Azzurra? Non è ancora arrivato il momento. Siamo in attesa che la cosidetta “operazione assurda” possa deflagrare portando alla luce interrogativi finora senza risposta. Personaggi al centro di cronache, non solo mondane, a livello nazionale, per la serie “amici dell’utriani“. E filiazioni in loco.

Alassio, tenacemente amministrata dal centro destra, priva del depuratore, seguendo l’esempio del capoluogo Imperia e di tante altre località; senza andare lontano c’è Albenga. Nota informativa. In Germania, culla del turismo, da lustri non esiste piccolo e grande centro urbano sprovvisto di depurazione delle acque, come pure per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Succede in tutto il centro ed il Nord Europa, il bacino per eccellenza del turismo straniero.

Ma non c’è  neppure da scandalizzarsi se nella provincia più “azzurra e destroide” del Nord, ovvero l’imperiese, incluso in paginate con titoli “Feudi d’Italia, da padri ai figli. Ecco i voti, i seggi, il potere che restano in famiglia…“, non sanno più dove scaricare l’immondizia e devono emigrare in quel di Vado Ligure, con costi esorbitanti per i cittadini utenti. Per le esauste casse comunali.

Non che a sinistra sia un fiorire di buona amministrazione, almeno nella storia locale, ma pare corretto ricordare chi amministra Alassio da anni e chi Imperia.

L’abbiamo scritto altre volte. Il politicante di professione o di passione sa che il cittadino ha la memoria corta. Un titolo oggi, un altro domani, alla fine è difficile che qualcuno chieda conto. E’ una piccola minoranza a non dimenticare. Accade persino tra i media. Dove di graffiante, avrebbe detto il mitico papà del giornalismo Piero Ottone, ci sono troppo spesso le cronache di poveri cristi.

Pare scontato che tra gli invitati-oratori del convegno (l’ingresso è libero a tutti) non si affronterà la perdurante “emergenza del mare alassino“. Senza andare troppo a ritroso, l’estiva cronaca, opportunamente sottotono, ha ricordato l’ordinanza di “divieto di balneazione“, in pieno agosto, nella zona dell’estremo levante. Per fortuna si è risolto tutto in fretta. Senza eccessivo rumore, nè cartelli sbattuti in prima pagina.

Il giornalista Daniele La Corte

Secondo le regole di Trucioli Savonesi (documentare ciò che si scrive), prendiamo un altro titolo ed articolo (vedi….)  del    Secolo XIX — 15 luglio 2008 – “Mare sporco? Qui è come ai Caraibi“.  Occhiello: “Presunto caso di salmonellosi, il sindaco chiederà il danno d’immagine“. Poichè Marco Melgrati, architetto, non straparla, non c’è dubbio che la querela è stata presentata e vedremo eventuali sviluppi.

A qualche buontempone potrebbe  perciò venire voglia di dire “Voi fate i convegni, noi facciamo i fatti. Il depuratore che non hanno realizzato le giunte rosse, non sarà un sogno grazie alle giunte del fare, per questo premiate dalla fedeltà degli elettori “.

Anche noi per Alassio” potrà, a sua volta, spronare copiando Pier Ferdinando Casini: “La parte migliore della società civile alassina dovrebbe scendere in campo e fare politica, altrimenti avremo sempre gli stessi”. Senza depuratore, senza soluzione – come altri – dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Con una rete dell’acquedotto che più precaria di così non si può. Una carenza mostruosa di parcheggi rispetto alla gruviera di bicolcali e all’implosione di seconde case della fascia collinare, delle frazioni.

Città cementificata, spese correnti appagate da ingenti oneri di urbanizzazione, ma per opere in conto capitale è rimasto poco da rosicchiare e soprattutto molto “malfatto”.

E dopo gli ultimi scenari della stagione 2010, il “sogno depuratore” potrebbe riservare ulteriori sgradevoli spettacoli. Non c’è. Bisognerà aspettare. Il turismo invece non aspetta. Anzi, per qualche segmento di clientela ha già fatto i bagagli per sempre.

Sarà interessante ascoltare cosa diranno sul tema i due assessori regionali, Renata Briano e Angelo Berlangeri. E soprattutto gli esperti , Mariachiara Zanetti del Politecnico di Torino, Enzo D’Angiolini del Ministero dell’Ambiente e Franco Benaglia, ex presidente della Provincia di Piacenza e sindaco.

A coordinare i lavori, con invito esteso agli amministratori comunali e provinciali, il giornalista alassino Daniele La Corte, tra i promotori dell’Associazione, fondatore del mensile Rivisto (5 mila copie gratuite nel comprensorio).

Su di lui si stanno accendendo i riflettori delle forze politiche cittadine che per anni l’hanno considerato mansueto ed innocuo, inutile.  Il confronto dialettico resta il sale della democrazia e ben vengano (peccato quasi tutti in forma anonima) interventi e reazioni alla linea editoriale di “Rivisto”. E’ accaduto con il blog di alassio 2009, (vedi…. opinioni e commenti) e Altro cantiere. Hanno ospitato opinioni e considerazioni punzecchiando, con tratti anche divertenti, l’impegno di La Corte, con il suo blog  Anche noi per Alassio ed il cartaceo “Rivisto”.

Infine difficile da dimenticare che la battaglia per il rinnovo del parlamentino locale si trova nell’anticamera. Ci sono già schermaglie, posizionamenti, illusioni a go go. Fioriscono nomi di papabili, di contese, rivalità, acquisti.

La migliore polizza assicurativa per una sconfitta  sicura (lo diciamo a chi soggiace alle immancabili offerte di presenza in lista) è la frantumazione, il proliferare di schieramenti sulla scheda elettorale. Consegnando la vittoria, sul piatto d’argento, alla formazione maggioritaria. A livello nazionale si sta facendo strada nel Partito democratico  la strategia di un “leader  papa straniero“, ovvero Luca Cordero di Monezemolo per battere il quasi imbattibile Silvio Berlusconi.  Chissà se ad Alassio ci sarà l’inutuito di puntare sul candidato uomo o donna (vincente?) che rappresenti la “parte migliore della società civile”. Il rinnovamento e la salutare alternanza. Lasciando riposare i reucci demiurghi.

R.T.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.