Al lupo al lupo!

AL LUPO AL LUPO!
Affideresti la tua salute
a chi trae vantaggio dal
suo venir meno?

AL LUPO AL LUPO!
Affideresti la tua salute
 a chi trae vantaggio dal
suo venir meno?

Dunque, ci risiamo. Ogni manciata di anni, sempre più esigua, ci ritroviamo con un allarme pandemia. 

Poiché abbiamo tutti la memoria corta, un flashback sulle ultime, presunte, pandemie può essere di aiuto. Consiglio vivamente la visione di due video [VEDI e VEDI ], uno storico ed uno sull’isteria degli ultimi giorni sugli ospedali sovraffollati, “sull’orlo del collasso”. Entrambi ci informano che la realtà è molto lontana da quella che il governo vuole pressantemente farci credere.

 


L’impressionante dimensione della sede ginevrina dell’OMS, quasi a denotare i ciclopici sforzi per tutelare la nostra salute. Peccato che il carrozzone tiri avanti anche grazie a lauti contributi di industrie farmaceutiche private. Nessuno dà niente per niente, genitori esclusi

 

Oggi chiunque, sulla base di dati inconfutabili, presenta una visione realistica dell’attuale –e futura- situazione sanitaria, viene sprezzantemente bollato come “complottista”, in senso contrario a quanto avveniva durante la guerra, quando si perseguitava come “disfattista” chi forniva un quadro veritiero di come stavano andando le cose. Oggi i disfattisti sono invece proprio le autorità, che dipingono a tinte fosche il presente e ancor più il futuro, mentre a sdrammatizzare la situazione sono proprio i complottisti. 

Già, come è nato il complottismo? Dalla constatazione che troppe volte si scopre -a posteriori- che i soldi prelevatici con le tasse servono a foraggiare inconfessati interessi di altrettanto insospettabili organizzazioni mondiali in plateale conflitto di interessi, con l’avallo di un governo succube o complice.

Si scopre cioè che c’è un enorme gioco di sponda ai livelli alti, nel quale i governi sono semplici pedine. Le regole del gioco vengono fissate in modo tale che, anche se vengono spacciate come win win, ossia nell’interesse di entrambe le parti, in realtà i ruoli sono ingessati: da una parte chi paga, dall’altra chi incassa.

Questo torbido gioco è curato col massimo zelo, affinché ciascun prenditore svolga la propria parte. I garanti delle regole sono i curatori dell’informazione, un tempo nelle mani di una censura religiosa o governativa, oggi in buona parte dei colossi della rete, che si arrogano la potestà di oscurare le notizie o le opinioni di chi si avvale dei loro canali. Altro che libertà di informazione: tale viene concessa solo se di limitato raggio (come queste pagine), mentre viene spietatamente censurata se di maggior diffusione e non in linea col pensiero unico. “O dici quello che vogliamo noi o ti oscuriamo!”. Un po’ come le confessioni forzate di tempi che pensavamo morti e sepolti.

 

Se trasformassi questo mio articolo in video e poi tentassi di caricarlo su Youtube, sarebbe tosto oscurato, in quanto non conforme a quanto ci si impone di pensare, cioè alle linee guida che dobbiamo rispettare se vogliamo avvalerci di questo servizio

 

Un esempio? C’è un video [VEDI] girato per le strade di Stoccolma che mostra come la Svezia non si sia lasciata contagiare dalle “febbre del contagio” e la vita vi si svolga come in tempi normali. Un po’ sul modello della Polonia all’epoca della “pandemia” suina. Chi l’ha messo in rete ha ricevuto l’ammonimento di ritirarlo da parte dell’oscuro comitato censorio di Youtube, avendo già accumulato un punto di demerito in precedenza. Come possa essere classificato fake news un video girato per le strade cittadine non viene spiegato dal comitato. Semplicemente perché è inspiegabile.  

E veniamo al dunque: le porte girevoli, tanto in voga tra politica e mondo bancario, sono ampiamente diffuse anche nelle grandi organizzazioni internazionali, che si scopre non essere così trasparenti e autonome come vorrebbero farci credere. Persone preposte a tutelare l’interesse pubblico passano con disinvoltura dalla parte opposta, occupando posizioni di prestigio nelle aziende che sino a poco prima erano la loro controparte. Del resto, non c’è da stupirsi, se pensiamo che qualcosa di analogo avviene nelle Università, dove alla scarsità dei fondi pubblici sopperisce la non disinteressata magnanimità delle industrie che indirizzano le ricerche pro domo sua

 

È quindi ovvio che dirigenti pubblici col pensiero già al prossimo impiego presso aziende private firmino contratti che tutelano gli interessi di queste ultime, anziché quelli dei cittadini. Se in Italia il Mef ha stipulato contratti derivati con opzioni a esclusivo vantaggio delle grandi banche d’affari, perché stupirsi se a Ginevra si firmino contratti milionari con le multinazionali del farmaco manlevandole da ogni responsabilità nei casi di effetti collaterali imprevisti, in pratica trasformando chi si ne fa uso in una cavia?

A conferma  di quanto detto il secondo video indicato all’inizio rivela che organizzazioni elefantesche come l’OMS, che passano per essere al servizio del pubblico, dipendono in gran parte da fondi dell’industria farmaceutica, ossia proprio quella che ha interesse a vendere più farmaci e a creare le condizioni più favorevoli a tale vendita. Il concetto è così elementare che non dovrei neppure sprecare il mio tempo e quello di chi mi legge per comprenderlo. Basterebbe guardare un vecchio film muto di Charlot “Il monello”, dove il vetraio manda in giro il ragazzino a spaccare i vetri alle finestre per procurarsi il lavoro, e trasporre questo rudimentale metodo alle case farmaceutiche per trarne l’ovvia considerazione che le stesse prosperano sulla quantità di malati, veri o immaginari; e se questi malauguratamente scarseggiano, si devono creare, enfatizzando e manipolando i dati, così da trasformarci tutti in ipocondriaci. Quali adesso siamo diventati, a colpi di proclami terroristici. Se la Svezia oggi, come la Polonia ieri, si sottrae a questo gioco criminale, non lo si deve sapere, perché rappresenta un sasso nell’ingranaggio dell’informazione inculcata nel resto d’Europa. 

 

 


“Il Monello”, film cult di Charlie Chaplin del 1921: esempio ai “piani bassi” di come crearsi il lavoro; non molto dissimile ai “piani alti” della farmaceutica

 

In nome del Covid, si distrugge l’economia di intere nazioni e peggiorano, per abbandono quanti si permettono di avere patologie diverse, anche gravi, come il cancro: per loro non c’è posto negli ospedali. Mentre crescono i dubbi sul vero numero di chi muore “ufficialmente” di Covid, i forni crematori marciano a ritmi intensificati. 

Nessuno penserebbe di chiudere le autostrade sulla base del numero di incidenti, con morti e feriti, che vi avvengono. Non si vieta la vendita di alcoolici o sigarette in considerazione del numero di morti per malattie causate dagli eccessi di alcool e fumo. Ma si bloccano intere nazioni per un virus della famiglia dell’influenza con cui ci siamo ormai abituati a convivere con l’arrivo dell’inverno. Siamo sicuri che i morti davvero per il Covid siano tanto superiori ai morti degli anni passati per influenza?

In sostanza, il mondo si è piegato agli interessi di chi prospera sulle nostre malattie; e se ci ostiniamo a restare sani, veniamo obbligati ad ammalarci o a ritenerci malati, onde propinarci con la forza, oggi di DPCM, domani di leggi dello Stato, sostanze di dubbia composizione, altruisticamente approntate, dopo defatiganti ricerche, nei laboratori di Big Pharma. Cos’altro sono i vaccini antinfluenzali che ci verranno inoculati, volenti o nolenti, nell’immediato futuro, se non le avanguardie di future manipolazioni imposte per legge? Del resto, ci hanno mai rivelato le composizioni e i fini di quelle scie chimiche profuse in cielo da misteriosi aerei? E’ forse un segreto che si stia aspettando l’occasione giusta, magari qualche altra pandemia di comodo, per infilarci sotto pelle un microchip, come si fa coi delinquenti in libertà vigilata?

 


Con i trattamenti corporali obbligatori cade l’ultimo scudo dell’individuo, del suo essere una persona auto-determinante e non un oggetto in balìa di decisioni aliene. Si apre la strada ad abusi di massa, ai quali sarà impossibile sfuggire  

 

Entrare con coercizione nel nostro corpo è la conseguenza dell’essere entrati a forza nelle nostre menti, con ossessivi, terrorizzanti moniti, e relative abnormi sanzioni, nei casi di nostro mancato rispetto di quanto uno Stato sempre più autoritario ci costringe a fare o a subire. Se non è violenza questa, cos’altro è?

Circa il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) di cui si avvale il governo, vorrei ricordare che si riconosce validità scientifica a un esperimento solo se può essere replicato per verificare le conclusioni che si traggono dall’esperimento originario. [VEDI e VEDI] Questo è quasi sempre fattibile quando si tratta di sostanza inerte, molto meno quando il processo coinvolge sostanza vivente (o un evento su cui non abbiamo alcun controllo, ad es. astronomico!). Dico questo in quanto la validità di quanto suggerisce di fare il CTS, ossia l’efficacia dei provvedimenti del governo, sarebbe verificabile solo se si potesse dar luogo ad un esperimento parallelo a quello in vivo e confrontare gli effetti nell’uno e nell’altro caso.

 


Giuseppe Conte, “premier per caso”. Grava sulle sue spalle una responsabilità sproporzionata alle sue capacità; e l’incalzare di DPCM a tentoni attesta il suo disorientamento

 

In pratica, data la non replicabilità nelle stesse identiche condizioni di quanto sta avvenendo a livello nazionale, non resta che fare il confronto con ciò che avvenga in un’altra nazione che non adotti i nostri medesimi provvedimenti, pur con le limitazioni comparative dovute alla diversità di altre condizioni esterne, quali gli usi e costumi e il clima come variabili maggiori. 

Ebbene, grazie al terzo video sopra indicato [VEDI], la nazione di raffronto c’è, ed è, come sopra accennato, la Svezia, che non ha adottato alcuna misura (mascherine, distanziamento, lockdown, ecc.). Sarebbe interessante conoscere come procede il contagio da virus in quella nazione per appurare se nazioni con e senza restrizioni incontrano curve simili di contagi. Con tale metodo, e non basandosi solo sulla fiducia ad un CTS scelto dal governo non si sa in base a quali criteri, si potrà confermare l’efficacia o meno di tutte le crescenti restrizioni che ci stanno piovendo in testa. Anche in passato un tale raffronto si rese possibile, come evidenzia il secondo video: nel 2009 la già citata Polonia non volle aderire alle restrizioni, simili alle attuali, per contrastare l’influenza suina H1N1 e si rifiutò di spendere milioni per l’acquisto di vaccini, che rimasero in massima parte inutilizzate nelle camere frigorifere delle nazioni aderenti ai proclami di Bruxelles e dell‘OMS, con un colossale spreco di denaro, e paralleli utili per le case farmaceutiche. Ed è stato così per tutte le precedenti pandemie o che tali venivano classificate. 

 

 

Nel suo ultimo libro “Perché l’Italia amò Mussolini”, Bruno Vespa considera la presente un’inedita forma di “dittatura democratica”, cui mai avrebbe pensato si potesse arrivare. E sceglie piazza Venezia per un raffronto di come Mussolini riempiva le piazze coi suoi proclami in proporzione al consenso popolare e di come il “signor Covid” (Conte) oggi le svuoti, chiudendo in casa gli italiani, in preda ad un “odio sordo” verso i suoi rovinosi DPCM. 

Ciò mi fa riflettere su quanto sia facile galvanizzare la gente contro un nemico esterno (il “duce” contro le plutocratiche “democrazie occidentali”) e quanto sia difficile suscitare un pur mesto consenso se il nemico si profila dentro di noi, come una ventilata malattia: dall’entusiasmo alla rassegnazione. Ma in nome della propria salute, si accetta di tutto, anche una dittatura sanitaria, sotto le ormai consunte vesti di una democrazia moribonda. Il Covid ha fornito la ricetta giusta per farci dimenticare ogni nostro diritto, alla libertà, al lavoro, ad esternare le proprie opinioni fuori dal coro, in sostanza ad una vita degna di essere vissuta. Una replica delle “democrazie” di stampo sovietico nell’Europa Orientale ante 1989. 

 

  Marco Giacinto Pellifroni                   1° novembre 2020 

 

 

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