Addio agli ultimi manicomi criminali

Addio agli ultimi manicomi criminali

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
(Trentatreesima parte)

 Richiamiamo l’attenzione dei nostri amici lettori su di un pregevole servizio giornalistico, A firma di Laura Anello, comparso sul quotidiano nazionale “LA STAMPA”, In data 8 febbraio 2017 È così intitolato:

Addio agli ultimi manicomi criminali

Riproduciamo la parte iniziale di questo articolo:

 

Nel 1978, la legge Basaglia chiudeva gli istituti per i «malati di mente».

Quasi 40 anni dopo tocca agli Ospedali psichiatrici giudiziari. Gli ultimi due sono quelli di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e di Montelupo Fiorentino (Firenze). 

Il futuro degli internati resta un punto interrogativo: abbandonati o collocati in strutture inadeguate.

 

 

Ma, per comprendere, per intero, la gravità della situazione attuale, procediamo alla riproduzione integrale dei tre trafiletti, posti a lato dell’articolo di Laura Anello:

 

Una lenta rivoluzione 

 – A Franco Basaglia, veneziano, psichiatra e neurologo si devono la nuova concezione della salute mentale e l’ispirazione della legge che porta il suo nome 

 

– La «Legge 180» del 13 maggio’78 impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici 

 

– La legge demandò l’attuazione alle Regioni, le quali legiferarono in maniera eterogenea, producendo risultati diversificati sul territorio

 

Di fronte a questa anomala e deleteria situazione, ci siamo, ancora una volta, rivolti alla memoria di Aldo Pastore, Il quale, cortesemente, ci ha rilasciato la seguente risposta:

 

in questo momento, emergono istintivamente, nel nostro animoDUE SENTIMENTI NETTAMENTE CONTRAPPOSTI:

  1. La positiva soddisfazione per la definitiva chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, perchè, finalmente, attraverso la loro cancellazione, l’Italia si potrà mettere in armonia con l’evoluzione scientifica e sociologica avvenuta, nel mondo, in questi ultimi sessant’anni;

  2. La seria preoccupazione per la grave carenza, nell’intero territorio nazionale, di strutture alternative agli ospedali psichiatrici giudiziari e, quindi, al possibile ritorno, nella nostra società, di potenziali strategie assistenziali e terapeutiche del passato, prive, per di più, di un adeguato controllo socio-sanitario.

Non a caso, nell’ormai lontano 1983, durante la mia attività parlamentare, mi ero fatto promotore di una PROPOSTA DI LEGGE PER CREARE, A LIVELLO REGIONALE, I SERVIZI DI SALUTE MENTALE, ALTERNATIVI AI MANICOMI ED AGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI (OPC)

Ecco l’intitolazione iniziale:

 

CAMERA DEI DEPUTATI      N. 3874 

_______________

PROPOSTA DI LEGGE

D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI

PASTORE, PALOPOLI, LANFRANCHI CORDIOLI, SANDOMENICO, TAGLlABUE, BRUSCA, CARLONI ANDREUCCI, CALONACI, COLOMBA, DA PRATO,  DI GIOVANNI, FABBRI, GIOVAGNOLI SPOSETTI,  TESSARI GIANGIACOMO 

Presentata il 19 gennaio 1983

Norme di indirizzo alle regioni per l’attuazione dei servizi di salute mentale ai sensi degli articoli 34 e 64 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, concernente l’istituzione del servizio sanitario nazionale

______________________________

Aldo, in seguito, ho voluto precisare il profondo significato ed i valori di questa proposta legislativa; eccoli:

All’Articolo 3  vengono indicati i presidi del servizio di salute mentale necessari per assicurare i livelli di assistenza garantiti ai cittadini.

Viene privilegiata, nel contesto complessivo della nostra proposta, l’istituzione dei presidi territoriali di salute mentale.

Questi presidi debbono diventare il luogo dove si fa’ vera ed autentica psichiatriadove vengono programmati ed attuati gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione, dove la popolazione può rivolgersi abitualmente, avendoli come punto certo di riferimento. In altri termini essi debbono diventare il fulcro delle attività dei servizi di salute mentale del futuro e, come tali, essi debbono essere in condizione di dare risposte plurime ai molteplici bisogni della popolazione.

Per queste ragioni, noi prevediamo che essi debbano operare durante tutti i giorni dell’anno (festivi compresi), durante le ventiquattro ore della giornata e che il personale di tali presidi operi con rapporto di lavoro a tempo pieno.

Inoltre, è prevista la creazione di specifici presidi socio-sanitari e più precisamente più precisamente:

a) centri diurni e centri notturni;

b) comunità alloggio, alloggi assistiti, assistenza domiciliare,

c) centri di vita associativa ed addestramento professionale.

L’articolo 4 è dedicato ai problemi del personale con particolare riferimento alla esigenza del servizio di disporre di operatori a tempo pieno.

 

L’articolo 5, infine, concerne il finanziamento finalizzato alla assistenza psichiatrica da assegnare alle regioni con apposita delibera del CIPE e sentito il Consiglio sanitario nazionale.


Oggi, a distanza di 35 anni dalla presentazione della proposta di legge, sopra citata, Aldo ha sentito il dovere di concludere l’articolo odierno con queste precisazioni:

 1) La proposta di legge numero 3874 del 19 gennaio 1983 (sottoscritta da me ed altri 13 parlamentari) non è mai stata discussa ed, ovviamente, mai approvata in sede parlamentare.

 2) Desidero semplicemente aggiungere che questa proposta (se approvata) avrebbe permesso di creare una seria alternativa non soltanto ai manicomi, ma anche agli ospedali psichiatrici giudiziari e, di conseguenza, avrebbe assicurato garanzie di assistenza e di cura ai cittadini psicopatici e garanzie di sicurezza all’intera popolazione.

 3) La spesa da sostenere per la creazione degli innovativi servizi era (ed è), di gran lunga, inferiore a quella sostenuta dallo Stato e dalle Regioni per mantenere in vita gli ospedali psichiatrici giudiziari.

In ogni caso, la spesa per la creazione dei presidi territoriali di salute mentale, da noi proposti, era inserita nel contesto del fondo sanitario nazionale.
 Ed era, quindi, compatibile con le esigenze di un corretto bilancio dello Stato (anche sotto il profilo puramente ragionieristico).

4) anche in questo caso (dunque) paghiamo le conseguenze della nostra consueta miopia politica.

 

20 Maggio 2018      Aldo Pastore

 

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