Accorpamento province

Nuove province

Se i confini sono disegnati per capriccio

Nuove province
Se i confini sono disegnati per capriccio

CARA Repubblica, si discute in queste settimane anche in Liguria della questione del possibile accorpamento delle province di Savona e Imperia. Alcuni giornali riferiscono che cosa si è proposto e che cosa si è deciso nella riunione tenutasi il 28 agosto a San Lorenzo al Mare a proposito del nuovo assetto da dare alle province occidentali della Liguria.

 E resto stupito per il fatto che una parte dei nostri amministratori abbia idee così ristrette, legate solo al proprio punto di vista localistico: se è vero quanto ho letto, pare che il consiglio provinciale d’ Imperia pensi di allungare la provincia (con un tocco di bacchetta magica?) fino a Spotorno, solo perché – facendo un mero calcolo dei residenti nei diversi comuni – avrebbe trovato che così l’ Imperiese raggiungerebbe la soglia dei 350.000 residenti (anzi forse un migliaio di più!), senza occuparsi di che cosa avverrebbe della restante parte del Savonese, e questa proposta a mio parere strampalata verrà sottoposta al Comitato autonomie locali, riunito martedì 4 settembre a Genova. Insomma, anche se è vero che le province sono semplici suddivisioni amministrative, non è che possano esser modificate a casaccio solo per favorirne una a detrimento di un’ altra; le proposte non possono esser fatte senza un criterio logico e non si deve pensare in maniera egoistica. Il geografo DI FRONTE alla necessità di eliminare qualche provincia, molte sono le persone di buon senso in Liguria che vedono come del tutto logica la fusione delle due province del Ponente, così come – nel Levante- il Tigullio dovrebbe entrare nella provincia della Spezia, e Genova- come città metropolitana – dovrebbe costituire la terza entità amministrativa della nostra regione. Addirittura, da parte dei Lunigianesi si chiede in questi giorni l’ accorpamento alla Spezia (a cui già sono legati dal punto di vista giudiziario) piuttosto che ad una nuova provincia toscana, visto che la provincia di Massa-Carrara sparirà (per essere aggregata a Lucca, Pisa, Livorno), e questo renderebbe ancor più omogeneo il territorio della provincia del Levante. Dunque: Ponente, Genova, Levante, tre entità di analogo peso demografico; questa l’ unica suddivisione razionale. Quanto alla sede “politica” della provincia del Ponente, cioè dove tenere materialmente le riunioni del consiglio e di giunta, se il problema non è di gettoni di presenza da percepire per ogni riunione nulla vieterebbe che si tenessero degli incontri virtuali (le teleconferenze sembrano sconosciute ai nostri amministratori, che pure hanno messo in bilancio negli scorsi anni enormi somme per l’ informatizzazione degli uffici), salvo vedersi una o due volte l’ anno di persona: va tenuto presente che alle province resteranno, a quanto pare, solo 3 ambiti operativi, viabilità, edilizia e ambiente, mentre le altre competenze passeranno alla Regione, che ne girerà una parte ai comuni. E’ chiaro che, in una visione diversa, con l’ Italia divisa in poche macro-regioni, anche il nostro discorso dovrebbe modificarsi, ma oggi tutto ciò non è previsto ed è inutile perderci tempo. Così come appare poco ponderata la proposta di unire la Provincia d’ Imperia a quella di Cuneo o addirittura al dipartimento francese delle Alpi Marittime, scambiando dei sogni con possibilità concrete

Giuseppe Garibaldi

 

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