Abolire le Autorità Portuali

Abolire le Autorità Portuali

Abolire le Autorità Portuali

E’ più che una boutade. E’ una proposta seria e concreta, in tempi di crisi.

Qualche dubbio sul ruolo sovrano,  sulle azioni di questo ente, sul rapporto costi-benefici,  ma soprattutto, sulla marea di soldi pubblici che gestisce, ce l’eravamo posto più volte, vedendo certi risultati in quel di Savona.

Ora, prima che vi mettiate a gridare, come dire, quasi in automatico, al grillino sacrilego populista demagogo  catastrofista incompetente ecc. ecc. ecc., vorrei sottoporvi… il seguente articolo, …dai blog del Fatto Quotidiano on line.

Si badi bene, l’autore è un consigliere comunale e  ex provinciale sardo del PD.

Va be’ che di questi tempi le schegge impazzite in quel partito, le crisi esistenziali  a occhi sbarrati davanti allo specchio, (“siamo al governo col B… siano al governo col B…”) gli sprazzi di verità subito sopiti, le espulsioni vere o presunte si moltiplicano, nel discreto silenzio dei media.


I quali, peraltro, sono tesi a cogliere sospiri grillini e a usare la grancassa su una presunta dittatura interna che li opprime, ignorando le evidenze altrui.

Però al momento il personaggio risulta ancora in carica, quindi si presume non abbia subito processi per eresia e dunque esprima pareri più o meno ortodossi.

Va be’, magari il dentino avvelenato ce l’ha perché il politico che stanno per nominare non è della sua parte ( per quanto oggi a Roma… ma i vecchi vizi di contrapposizione sono duri a morire), magari se fosse della sua parrocchia se ne starebbe zitto… ma non sottilizziamo, è il pensiero quello che conta.

E’ lui, eh, non io, a scrivere di amate poltrone dorate, di posti di sottogoverno per politici trombati, di stipendi ipertrofici, di moltiplicazione…Di una enorme scatola vuota per sottrarre risorse pubbliche agli investimenti per i porti.

E’ lui a citare il fatto che la definizione di presidente di “massima e comprovata qualificazione professionale” viene spesso ignorata nella nomina, per mandare avanti politici.

Avevamo sollevato anche noi la questione, con una interpellanza in Consiglio Comunale, al tempo della recente successione savonese. Qualcuno ricorderà gli articoli di giornale, i nomi che giravano, le proposte, i battibecchi. Si trattava di nomi squisitamente politici, di poltrone da sistemare. E se alla fine si è arrivati alla definizione di una figura più tecnica e adatta al ruolo, è stato per una situazione di stallo, per un susseguirsi di veti incrociati fra gli schieramenti e gli enti, più che per scelta razionale.


Gianluigi Miazza, attuale Presidente dell’Autorità Portuale

Confortata da questo autorevole viatico, da questo lasciapassare, rinnovo i miei dubbi non di grillina ma di cittadina.

Nella mia ignoranza di un tempo, mi chiedevo e richiedevo che tipo di ente fosse la misteriosa e insindacabile  Autorità Portuale, sorta di governo assoluto di tutto quanto sotto la sua giurisdizione, abitanti compresi, servi dell’arenile invece che della gleba.

Dubitavo persino che fosse un ente pubblico, vista la totale autonomia di cui godeva, l’alone di mistero (riservatezza contro la concorrenza?), la mancanza di dati trasparenti e di processi decisionali alla luce del sole.

E invece è così, è un ente pubblico, che però, almeno a Savona e almeno con la precedente gestione, decide autonomamente come impiegare le risorse, magari portando anche dei vantaggi ai traffici, ma che non sembra tenere in gran conto il bene della città.

Soldi per una nuova costosa sede in porto, progetto e costruzione, invece della scelta precedente di contribuire al restauro di palazzo S. Chiara. Troppi vincoli della Sovrintendenza, aveva spiegato il Sindaco in un dibattito.

Soldi per un nuovo ponte a raso, peraltro ora fermo a metà per fallimento della ditta che lo costruiva, (quanto costerà in più?) invece di un restauro e rimessa in opera del precedente, in grado di farlo funzionare a dovere, ascensore per disabili compreso. Sarà pur stato costruito abbastanza di recente.

Sarà costato qualcosa ai cittadini, a sua volta.


L’ex Presidente Canavese

Soldi per creare dei pennelli sommersi di scogli sul litorale Fornaci, come frangi onde contro l’erosione, e altri soldi per la rimozione o risistemazione successiva di alcuni di essi,  con segnalatori, causa pericolosità.

Soldi per ripascimenti spiagge con materiali non adeguati che hanno peggiorato la qualità dell’arenile. 

Soldi per il terminal crociere e agevolazioni ai croceristi e alla Costa, ma pochissimi riscontri e anzi chiusura ogni volta che si chiedono soluzioni  e idee che aumentino le ricadute positive  verso la città, che ne subisce tutti i disagi.

Soldi per l’illuminazione del tunnel artificiale in porto, creato più che altro per mitigare il traffico di camion nei confronti del costruendo Crescent. Ah, no… quelli li paghiamo direttamente, li paga il Comune. Ma sempre dei cittadini sono.

Soldi e finanziamenti pubblici in uno stillicidio per la devastante piattaforma vadese…

Soldi per un tunnel del carbone la cui funzionalità e idoneità  alle misure di sicurezza è apparsa subito inadeguata…

Potrei continuare, mi fermo.

Che voce in capitolo hanno i comuni, in tutto questo? Sembrerebbe pochissimo. Vado è stata rapidamente esautorata, e quanto a Savona… il Sindaco ha di recente ammesso di non andare al comitato portuale, ritenendolo inutile.

Ora, l’Autorità Portuale ha investito una cifra ingente, di  circa 350000  euro, per ripristinare l’arenile demolendo le strutture e il muro antisbarco presso i cantieri Solimano.

Bene, benissimo ( a parte il lavoro e il dragaggio fondali in piena estate che ha causato più di una protesta), da tanto i cittadini attendevano, da anni e anni.


Lavori sull’arenile negli ex Cantieri Solimano

Ma… visto che sono comunque soldi pubblici, appunto, perché non farlo molti anni prima? Una spiaggia unica per estensione e lunghezza poteva essere un ottimo richiamo turistico, garantire qualche vantaggio alla struttura economica ricettiva e balneare, l’organizzazione di eventi anche invernali, corse a piedi o a cavallo, show…opportunità per la comunità…Non è soprattutto a questo, alle opportunità del tessuto sociale ed economico TUTTO, non solo grandi capitali grandi imprese grandi speculazioni, che dovrebbe mirare un ente pubblico? Al benessere diffuso, alle scelte occupazionali variegate,  più che ai profitti concentrati, ai pochi posti mendicati e strumentalizzati (basta guardare la vergogna della mega selezione pro piattaforma, un modo per illudere e sfruttare la disperazione a scopo propagandistico), alle perdite e inconvenienti al contrario generosamente elargiti a pioggia, nel nome di Nostra Signora Logistica che tutti ci domina?

Perché proprio ora, che si sta per costruire, quando sarebbe stato più che lecito chiedere all’impresa edificante, in nome degli iperbolici vantaggi che ricaverà da costruzioni vista mare, di eseguire lei il lavoro o almeno di contribuire economicamente?

E invece no. L’elargizione arriva quando  arriva, non state a sindacare,  ringraziate e basta.

Anche se qui, più che cittadini, è da un pezzo che ci si sente sudditi, di sovrani arbitrari che trattano solo con le loro più o meno alte sfere economiche, e più non dimandare.

Sovrani, tra l’altro, neanche eletti dai cittadini,  ma solo nominati.

Faccio mia la sacrilega domanda del blogger Viola, consigliere comunale del PD in quel di Sardegna: e abolire queste Autorità Portuali, istituite e benedette con legge del 1994, ma rivelatesi ipertrofiche e ingombranti, riorganizzare direttamente in modo più efficiente e snello le preziose risorse, le attività e gli investimenti, e affidare le competenze  e la sorveglianza previste alle Capitanerie di porto, che già comunque ci sono?

Amici parlamentari del M5*,  fateci, facciamoci un pensierino.

Dopotutto, lo dice uno del PD…

Milena Debenedetti  consigliera Movimento 5 stelle

 

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