A RIBORGO NASCONO I FIORI

A RIBORGO NASCONO I FIORI

A RIBORGO NASCONO I FIORI

Ieri sera, venerdì 6 dicembre, presso la Società di Mutuo Soccorso di San Bernardo in Valle, è andato in scena l’ennesimo capitolo della “saga” di Riborgo; la situazione è a tutti nota, gli abitanti del borgo, sito nella Valle del Santuario, denominato Riborgo sono di fatto in lotta con il Comune, in quanto si oppongono alla costruzione di un gruppo di 16 (più o meno) villette, che da progetto dovrebbe sorgere su un pianoro che sovrasta l’abitato.


L’opposizione dei cittadini si fonda, da una parte, sulla paura che suscita la La prospettiva di tombinare, legassi copertura e asfaltatura, il piccolo Rio Pizzuta, che scorre in quei posti, al fine di ampliare e rendere agilmente carrozzabile la stradina che porta al pianoro dove si vorrebbe far sorgere il nuovo insediamento; paura che tale copertura vada a generare problemi in caso di piena del rio. Dall’altra, sulla pretesa, a nostro avviso legittima, di conservare il borgo così come è, preservarne la tipicità, fatta di case, fasce coltivate e bosco; magari recuperando la vecchia vocazione agricola che tale borgo aveva, abbandonata in tempi di boom economico ma che adesso potrebbe essere funzionale recuperare, al fine di offrire un po’ di ossigeno a qualche famiglia in questi tempi di “crisi”.

L’incontro ha visto una certa partecipazione da parte dei cittadini, erano anche presenti diverse forze politiche e realtà culturali; il dibattito ha spaziato su molteplici aspetti, da quelli spiccioli, prettamente amministrativi (cosa fare per inceppare la macchina comunale che parrebbe inesorabilmente lanciata nella direzione di approvare il progetto), ad altri di natura maggiormente concettuale, quale il valore del recupero paesaggistico e naturalistico del nostro territorio.

Di quanto detto durante la riunione parlano ampiamente i giornali, vorremmo dare resoconto, nel nostro piccolo, di qualcosa avvenuto alla fine della riunione, quindi a “microfoni spenti”, quando i giornalisti erano già tornati a casa.


Erano presenti in sala alcuni esponenti della Gassa, il gruppo di acquisto solidale di Savona (questo il loro sito:  http://www.gassavona.it/), un gruppo di famiglie che si sono coordinate per poter acquistare prodotti di qualità, provenienti da filiere etiche di produzione; i quali conversando con la gestrice della società hanno scoperto che la signora possiede un appezzamento di terreno di dimensione ragguardevole, che coltiva con metodi tradizionali, senza pesticidi o porcherie, e quindi potrebbe entrare a far parte dei fornitori del suddetto Gruppo di Acquisto, il quale si compone di un centinaio di famiglie, quindi dispone di un buon potere di acquisto.

Questo a nostro avviso rappresenta un esempio concreto di come uno sviluppo diverso della Valle del Santuario, non solo sia possibile, ma sia anche economicamente sostenibile; concentrarsi su una scelta di sviluppo incentrata sul recupero del paesaggio (anche a fini turistici), sull’agricoltura e sull’uso del bosco a fini energetici (altra grande risorsa dimenticata) potrebbe offrire una chance concreta di creare ricchezza diffusa sul territorio, non solo nelle tasche dei costruttori e dei loro vassalli-valvassini-valvassori.

Purtroppo per realizzare tale disegno in modo organico e sistematico non basta la buona volontà e lo spirito di impresa dei cittadini, che comunque può essere il volano in grado di lanciare il processo, occorre una virata rispetto alla definizione strategica del futuro di Savona, decisione questa che deve necessariamente passare per l’Amministrazione Comunale.

In altre parole occorre che la comunità tutta, tramite l’Istituzione che la rappresenta, decida di investire su una progettualità che offra allo sviluppo “green” della Valle del Santuario un posto centrale nel “cuore” e nel futuro della Savona di Domani. Lo sviluppo della Valle del Santuario dovrebbe divenire una priorità condivisa dai cittadini, dagli imprenditori (piccoli e grandi) e dagli amministratori; attivando così un gioco di squadra che, a nostro avviso, avrebbe le potenzialità di fare qualcosa di molto importante per la nostra Città e per quella che lasceremo in eredità ai nostri figli.


Ci sono dei progetti interessanti che hanno come fulcro la Valle, come quello che era stato presentato qualche tempo fa alla Cappella Sistina dall’Ing. Ozenda coadiuvato dal gruppo degli Ostinati; magari questi progetti non sono i migliori possibili, ma rendono comunque conto di come questo luogo abbia delle risorse tali da rendere folle il progetto di trasformarlo in un quartiere residenziale fatto di case a schiera (parlo della Romana) e villette di paglia.

L’onere di urbanizzazione che un operazione di questo tipo porterebbe con se, sarebbe il più prezioso: lo sviluppo della nostra comunità.

ANDREA GUIDO

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.