A proposito di razzismo

A PROPOSITO DI RAZZISMO
Negli ultimi anni il problema è molto peggiorato. Le persone si sono incattivite ed è sorta la lega di Salvini che soffia sul fuoco.

 A PROPOSITO DI RAZZISMO 

 Ero poco più che adolescente negli ani in cui, gli U.S.A., sotto la presidenza di Kennedy, facevano i primi passi verso il superamento della discriminazione razziale. A scuola si discuteva molto di politica e noi giovani comunisti eravamo tutti antiamericani; sostenevamo che erano colonialisti, guerrafondai, razzisti. Leggevamo le notizie delle marce di Martin Luther King contro la segregazione razziale negli stati del sud, leggevamo dei delitti commessi dal Ku Klux Klan contro la gente nera e noi ci sentivamo migliori, più democratici, più inclusivi.


Nel corso di una discussione con un mio compagno di classe che allora consideravamo di destra perché, pensa un po’, era socialdemocratico, mi disse una frase del tipo “Voi accusate gli americani di essere razzisti ma non capite che qui da noi non siamo razzisti solo perché non abbiamo lo stesso problema di convivenza con gente diversa, con i neri, appunto”.

Effettivamente in quegli anni si incontravano raramente persone di colore. Quando se ne incontrava qualcuna sulla strada ci giravamo, stupiti dal colore tanto scuro della pelle; le pellicole in technicolor di “Tarzan” o “Via col vento” non rendevano molto bene la realtà.

Nel momento in cui il compagno di classe mi disse quella frase ribattei piccato con qualche espressione standard contro l’America. Ma la verità di fondo di quella affermazione mi rimase impressa e non l’ho più dimenticata.

Negli anni successivi i fatti e l’esperienza non hanno fatto che confermare quell’affermazione.

Il razzismo negli ultimi decenni non si è mai espresso in forme eclatanti ma solo in forme soft, con espressioni di fastidio per i “vu cumprà”, frasi del tipo “I negri puzzano”, “gli albanesi sono delinquenti”. Queste frasi (forse non ci sarebbe bisogno di spiegarlo) non sono razziste di per se ma per le generalizzazioni che presuppongono. Sarà sicuramente vero che ci sono persone di colore che si lavano poco e che puzzano ma il motivo della puzza è che si lavano poco e non che sono “negri”. Certamente vi sono Albanesi che delinquono ma se diciamo “gli albanesi” generalizzando, questa, secondo me, diventa una frase razzista.


Negli ultimi anni il problema è molto peggiorato. Le persone si sono incattivite ed è sorta la lega di Salvini che soffia sul fuoco.

Sui giornali è stato riportato che a Legino, nel corso della recente assemblea dove si è parlato della proposta di allestire un “hub” per l’accoglienza e lo smistamento dei migranti, è stata gridata la frase “bruciamoli tutti” riferito ai migranti. Verrebbe da chiedersi come sia possibile che una persona normale, magari madre o padre di famiglia, possa pronunciare, convintamente, parole simili. Ma ciò che mi fa più impressione e che temo di più è il fatto che pochi gridano quelle frasi orribili ma sono molti coloro che ne sottovalutano la gravità, magari pensando o sostenendo apertamente che, in fondo, sono solo battute senza importanza, pronunciate senza vera intenzione. Ogni tanto mi capita, su facebook, di rispondere a commenti di quel tipo (bruciamoli) nella convinzione, che quella sia una frase sfuggita in un momento di concitazione. Mi sono dovuto ricredere perché quei pensieri vengono confermati, anche con scherno, convintamente, in successivi commenti.


Non bisogna farsi illusioni che a quelle frasi non possano seguire i fatti. Dobbiamo aprire gli occhi e prendere atto della realtà. I razzisti ci sono, sono tanti, e non è per niente da escludere che una folla inferocita possa compiere atti sconsiderati. La storia dovrebbe insegnarci che le parole possono essere molto pesanti e che alle parole possono anche seguire azioni concrete.

Per quanto riguarda il problema dei profughi (o dei migranti) a Legino, razionalmente mi sarei aspettato che le persone attente e preoccupate di tutelare la propria comunità avessero chiesto assicurazioni su adeguate misure di igiene, con i necessari servizi (docce, gabinetti, ecc.) la cui carenza potrebbe, effettivamente, creare problemi al quartiere. Ci si potevano aspettare richieste per misure di sicurezza adeguate alla situazione. L’impressione, invece, è che la preoccupazione principale sia quella di vedere dei “negri” girare per il quartiere creando non si capisce bene quale fastidio ai residenti. Veramente risibili sono poi le obiezioni che vorrebbero il commercio danneggiato o i problemi dovuti alla vicinanza di scuole e asilo. Il commercio a mio parere non potrà che essere incrementato, non tanto da parte dei migranti ma da parte delle persone addette al campo e alla sicurezza. Non capisco poi perché i bambini non dovrebbero vedere i “negri”, soprattutto se queste persone saranno indotte e messe in grado di comportarsi in modo adeguato.

 
Solo un cenno alla politica politicante: tra gli eletti della lega di Savona ci sono persone che, pur avendo cambiato più volte partito, mi sembrano tutto sommato ragionevoli; altri invece non hanno perso l’occasione per fare ciò che la lega fa anche a livello nazionale: pescare nel torbido senza farsi scrupolo di suscitare i sentimenti più violenti, pur di raggiungere i loro scopi. Spero che almeno questo serva a far fare una riflessione a coloro che, pur considerandosi di sinistra, hanno visto con favore la vittoria del centro destra alle recenti elezioni comunali. Io non so ancora giudicare l’operato della sindaca; vedremo. Ma il fatto che nella coalizione è presente la lega avrebbe dovuto indurre queste persone a essere più caute nella loro apertura di credito. Per il momento possiamo solo da sperare che l’assenza della Caprioglio dalla assemblea di Legino significhi anche una presa di distanza dalle posizioni dei più esagitati.

Questi eccessi di razzismo oltre che essere inquietanti in se, sono anche deleteri perché non consentono di discutere serenamente del problema delle migrazioni, innanzi tutto per quanto riguarda i costi per lo stato. Se è vero che fare i necessari sforzi per l’integrazione puntando su piccole strutture diffuse è una cosa indispensabile, si dovrebbe anche cominciare a ragionare sui costi di questo approccio che, se possono essere considerati sopportabili con i numeri attuali, potrebbero diventare troppo pesanti se i flussi attuali non diminuiranno o, peggio, vista la situazione in Turchia, aumenteranno. Dovrebbe anche essere possibile discutere serenamente e interloquire con Prefettura e Parrocchia per capire le ragioni della scelta che è stata fatta e, eventualmente, opporre osservazioni e controproposte.

Ma purtroppo il razzismo è una brutta bestia. Non si vogliono sentire ragioni. L’unico obbiettivo è tenere lontano il diverso, il “negro”. Bruciamolo.

Roberto Sozzi

 

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