Chi può mai considerare la festa della Liberazione

 dal nazifascismo una giornata da dimenticare, 

una data della storia d’Italia

da cancellare dal calendario,

una ricorrenza nefasta  di parte, 

anzi, di una parte sola, 

quella dei traditori di una Patria

ormai asservita al Terzo Reich?

Chi può mai considerare ancora

patrioti quegli italiani che combatterono

sotto i comandi tedeschi e torturarono

e poi fucilarono o impiccarono

gli altri  italiani che si ribellarono

 ai bandi di coscrizione di Graziani

 a rischio della loro vita? 

Chi può mai considerare il 25 aprile

un giorno di lutto invece che di festa,  

un giorno di sconfitta invece che di vittoria,

un giorno di umiliazione invece che di riscatto,

un giorno di morte invece che di vita?

Chi può mai considerare la fine

ingloriosa del fascismo una sciagura

invece, appunto, che una liberazione

e la fine della seconda guerra mondiale 

una mutilazione della Patria? 

Chi può mai considerare il giorno

della riconquistata libertà

il giorno della disfatta, 

dell’odio e della mattanza?

Solo un convinto neofascista

sotto le  mentite spoglie

di un sovranista salviniano

che non si rassegna

ad aver perso una guerra

già perduta prima 

del suo inizio.  

 FULVIO SGUERSO