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Hanno dimenticato un cartello, posto auto con tiket, ma era una “truffa”

E adesso chi paga? Alassini in rivolta

All’inferno e ritorno per via Roma

E ancora…, le carte riservate di Gesco Spa. Solo Fracchia ha “vuotato il sacco?”

 A cura di Belfagor



Alassio
Alassio – Il silenzio nasconde, io preferisco il rumore. Maledico chi ha la memoria atrofizzata. Benedico da gran diavolo la memoria lunga. Sono arrabbiatissimo perché nella mia, nella vostra amatissima Alassio ne hanno combinato un’altra. Sembra proprio, diceva mio nonno diavolone I°,  che studiano di notte, per realizzare di giorno. Dicono i miei diavoletti, sparsi per la città, che qualcuno abbia dimenticato di installare un cartello di poche parole. Con la scritta: <Sosta è gratuita da lunedì al venerdì>. L’avviso doveva essere installato in Via Roma, così come si è fatto in Piazza Stalla.

Due aree dove durante la stagione estiva si paga (8-23), ma nel restante periodo dell’anno il parcheggio è gratis, ad eccezione di sabato e domenica.

Ebbene, cosa hanno combinato i miei missionari? Hanno messo l’avviso di “non pagamento” in piazza Stalla, ma hanno ignorato, trascurato, dimenticato Via Roma. Ora, scoperto il “trucco”, è esploso un gran casino e mica da poco. Semplice. Centinaia di automobilisti hanno pagato, convinti dell’obbligo, invece si sono ritrovati “truffati”. Nulla dovevano e devono riavere il “maltolto”. Sarà “truffa semplice” o “aggravata”? I soldini (non dovuti) sono finiti nel portafogli di altri amici miei, che rispondono al nome di Gesco Spa, satellite di quattro società sorelle che i compagnoni alassini (qui non c’è destra o sinistra) avevano omaggiato per dare un posticino ed una modesta indennità di carica alla corte, o cortigiani, definiteli come volete. Brava gente, parlatene bene e col rispetto dovuto ai Giusti.

E si, perché mentre il mio devoto Berlusconi e soci (Confindustria compresa) sparano a zero sulle società pubbliche controllate, riservate agli amici, ai trombati e ai tromboni, purchè giurino fedeltà; qui proprio i berluscones, i leghistones, predicano bene e razzolano male. Più avanti vi dirò cosa vogliono ancora inventarsi: l’unione fa la forza.

Il casino è che per non aver installato quel cartello in Via Roma, gli immancabili rompicoglioni stanno presentando esposti, sobillano i cittadini automobilisti a rivolgersi al giudice di pace per  il risarcimento dell’ingiusto pedaggio di sosta (non dovuta).

Vorrei mettere in guardia, avvertire  i miei soci della Gesco Spa: non si lascino intimidire. Non rimborsino nessuno. Davanti al giudice di guerra, indosserò io in persona la toga e difenderò a spada tratta, senza la coda tra le gambe. Io strenuo difensore del presidente in carica Alda Naso (donna Zioni la conosci?), io amico del consigliere amministratore delegato Antonio Mazzoni, (fraterni in “comunione & liberazione” dite una preghiera!), da sempre “braccio armato”, a salve, dell’ex presidente Vincenzo Zarillo che hanno spedito a “Marina di Alassio” a sostituire il compianto Alberto Ronchi che prese, a sua volta, il posto lasciato da Vincenzo Maglione.

Quel mio figlioccio di Zarillo che i soliti “cannibali” cercarono di colpire a suon di esposti sostenendo (calunniatori di professione!) che lui aveva “agevolato” l’assunzione del figlio e di quello di Mazzoni. Tutto archiviato, con l’infamia degli anonimi, vigliacchi.

Ma adesso io ho ordinato all’assessore, tale Fabrizio Calò (era lui in carica quando il Secolaccio XIX, a firma di Luca Rebagliati, ha fatto quel titolaccio, “Alassio, indagine interna sui conti delle partecipate. L’ordine del sindaco Melgrati che annuncia “voglio una verifica accuratissima su spese e bilanci,”era il 2 dicembre 2006) di unificare subito Gescomare, Gesco Spa e Marina. Una grandiosa società che per indipendenza, trasparenza, meritocrazia farà invidia a tutta la Liguria.

Ci togliamo dai piedi anche quel Corrado Barbero, leghista. Sapeste quante belle notizie ho avuto in tutti questi anni sulla “famigliola” delle spiagge attrezzate e stabilimenti balneari comunali! Radiosi bilanci…

Li ho conosciuti tutti. Parlavano, si confidavano, non sapevano che ero Belfagor, il diavolo regnante. E giù a “vomitare”…

E cosi, ho saputo anche che quell’inchiestina interna al Comune e al consiglio comunale, ha visto un solo “pentito-collaboratore”, mi dicono senza macchia e con qualche peccatuccio veniale, che risponde alla presidenza di Gianpaolo Fracchia.  Lui ha collaborato, “cantato” di “Te deum”, il “De profundis”. Tutti gli altri hanno (diciamo avrebbero) taciuto. Mentito? Non sia mai detto. I miei amici non dicono mai  bugie. Non praticano mai gli affari privati, servendosi della mano pubblica.

E mercoledì sera, in consiglio comunale, a porte chiuse (ma per quale motivo, visto che il candore si emana da ogni angolo) si parlerà di tutto. Si vuotano i sacchi, si vuotano i bilanci, mani in alto. Non si rapina. Semmai si accumula qualche liretta per vivere da vecchietti. Si compra qualche piccolo immobile, dopo una vita di sudore sudato.

Se Fracchia ha detto tutta la verità, gli altri saranno accusati di reticenza, di omertosità? Non sia mai detto, li voglio tutti cavalieri. Anzi, prendo nota per il prossimo “alassino d’oro”, “bacio d’oro”,  “pergamena in ceramica sul Muretto”.

Ad Alassio non vincono più i peggiori, come ai “bei tempi” della democrazia cristiana, dei socialisti e dei comunisti, di qualche liberale e socialdemocratico. Oggi vincono i “Migliori”. Sono il “Patrimonio” del Comune e delle società del Comune. Se non ci fossero, Alassio non sarebbe Alassio.

Belfagor