mail della settimana/ Zinola-bis, ci vuole bene e "spera"
(Non rispondiamo, anche per non "annoiare i lettori") |
![]() Il giornalista Marcello Zinola |
Alla Redazione di Trucioli e di link ad essa
collegati.
Non c’è impresa più improba di fare capire a chi non vuole
intendere. Oppure che intende la propria battaglia di informazione sulla
disinformazione o sul solito sistema di pubblicare qualcosa, riprendendolo da
altri, per avere la giustificazione che “noi abbiamo solo dato voce”. A volte,
caro (cari? Dipendente da quante penne o piume si nascondono dietro a nomi,
pseudonimi...) Belfagor non è necessario essere degli scienziati per capire
stile e persone che scrivono. |
Allora,
visto il tono intimidatorio (sì, intimidatorio da “rumenta” estratta da un
armadio) di alcuni passaggi, non largamente allusivo, con un collage di
interventi espressi (meglio allora visto lo spazio che avete) metterli integrali
e spiegare, ripeto spiegare, cosa è la cassa giornalisti (ammesso ne freghi
qualcosa a qualcuno fuori dai giornali: se tra i giornalisti fosse stata più
considerata e non solo usata non avrebbe avuto le difficoltà che ha), struttura
che nasce da un accordo sindacale (ecco perché il “sindacalista” Zinola vi ha
scritto con i toni soliti: quelli che merita chi usa una finta correttezza di
facciata per spalmare guano il più possibile sulle persone senza pagare dazio),
mutualistica alla quale si versa in ragione di quanto si guadagna e si è
assistiti in ragione delle necessità, sulla base di regole condivise. Non è una
assicurazione e non può avere come obiettivo il lucro, semmai una gestione
controllata nei costi o nei rimborsi. Questo Belfagor, Corrado o chi per lui (o
l’editore del sito) dovrebbe (avrebbe l’obbligo di) saperlo.
Spiace ed
è fastidioso vedere chi si batte come Belfagor, Corrado o chi sia, per una
informazione così libera, ampia e documentata, scivolare poi su copia e incolla
di spezzoni di frasi o ritagli di notiziari vari (a proposito: Corrado
giornalista dimentica le battaglie che da “non pensionato” ha fatto contro la
gestione pensionatocentrica della casagit quando per il disinteresse dei
colleghi giovani la cassa stessa era gestita solo o quasi da pensionati? Quasi
che non potesse esistere n patto generazionale....) per sostenere una tesi
perché parlare di caste oggi fa così tanto “fine”.
E’
fastidioso leggere i soliti toni intimidatori, qualunquisti con i quali Trucioli
usa spazzatura per lanciare quale tipo di messaggio?
Velo
spiego io cosa era Unitevi a noi: una cooperativa senza fine di lucro
(ahi ahi, ho detto cooperativa, con le mie parentele avrò già guadagnato almeno
un rito abbreviato con sconto di pena nelle puntuali, dotte, distaccate e
disinteressate ricostruzioni di saghe familiari mie personali tra interessi
divergenti e contrastanti di ogni genere) costituita da Volontari del Soccorso
della Croce Rossa, con volontari di varie regioni la cui attività è stata quella
di editare libri e iniziative delle comunità di recupero e di assistenza di
tossicodipendenti di Villa Maraini, diretta da Massimo Bbarra (oggi presidente
nazionale della Cri, almeno e spero lo sia ancora). Ecco cosa era (accidenti era
una cooperativa ecco il reato ed era pure associata alle Lega delle cooperative,
porcaccia miseria, altro reato: avrò ancora le attenuanti?) e venne chiusa
(rimettendoci pure dei soldi) quando non aveva più ragione di essere.
Ci
sarebbero altri argomenti sui quali andare avanti. Ma l’armadio di Corrado,
Belfagor o chi sia o siano, è talmente zeppo che c’è sempre da temere qualcosa.
Come la
ripubblicazione di una foto vecchia di quindici anni che era un biglietto di
auguri personale? Come un volantino spacciato come una iniziativa terroristica
quando era una banale espressione (banale per come è considerata oggi?)
solidarietà, pubblica e riportata pure dai giornali dell’epoca (anni settanta)
mentre su Trucioli viene illustrata come una cosa che è negli annali della
Digos? Eccola qualche chicca di rumenta da armadio. Autentica rumenta.
Autentica
rumenta ricordare colpe o disavventure di padri per ricordare che devono
ricadere sui figli dopo avere scritto che i figli, per carità, sono le persone
migliori di questo mondo. Che strano modo di agire, che strano modo di vivere.
Che strano modo di concepire legalità e giustizia. E la stessa ironia, astiosa,
che mettete in coda ai vostri commenti.
Oppure
non è strano. La diffamazione e la calunnia hanno bisogno di concime. E la
rumenta serve a questo. E non è certo letame come quello di Fabrizio De Andrè
(cfr: Via del Campo).
Cordialmente
Marcello Zinola (poi aggiungete voi qualifica, grado, rappresentanza: ne avete citate tante, fate un ripasso perché magari ne avete dimenticata qualcuna)
Ps: se
c’è un bando per un alloggio in affitto o vendita anche delle Opere Sociali
sarei interessato anche io.