mail della settimana/ Marcello Zinola ha scritto a
Trucioli Savonesi <E’ sgradevole leggere con quanta leggerezza…> I debiti “Casagit” (cassa giornalisti) raccontati da…
(Con risposta e nuovi interventi sui disastri e verità nei bilanci…) |
Il giornalista Marcello Zinola |
Riceviamo e pubblichiamo: |
Luciano Corrado parli per sé o per chi conosce di questa
casta ed avendo un fornito armadio dal quale estrae ogni settimana foto,
volantini, amarcord di vario genere faccia i nomi: troppo facile secondo il
solito stile lanciare un po’ di guano in un ventilatore e poi, via qualcosa
accadrà. Non osservo nulla di nuovo nel suo stile e nel vostro di riportarlo
come sito) prenda, faccia copia e incolla e scriva. L’esatto contrario di
cosa Corrado va predicando da mesi e mesi sul vostro sito e su quello
gemelli con cui vicendevolmente vi linkate. Luciano Corrado dimentica un elemento fondamentale del
lavoro del giornalista: documentarsi. Ma su tutto non solo su quello che
interessa. Nel caso Casagit, così attento come è a curare quanto estrae dal
suo armadio di “amarcord”, avrebbe potuto (soprattutto dovuto) documentarsi
per intero. E avrebbe trovato modo di spiegare meglio le cose. Che parlano di una situazione difficile e di errori. Di
problemi per la Casagit. Ma nessuno si è messo in tasca un soldo. Forse era
meglio spiegare cosa è la Casagit, che i giornalisti si pagano. E alla quale
nessuno regala un centesimo.
Invio ai vostri siti e alla riflessione del collega la
risposta inviata a Oli (vedi…) appena ricevuta la loro periodica mail con le
(pregevoli) iniziative e recensioni. A loro come a Corrado ricordo di
documentarsi. Ma su tutto. Alla virgola. Le caste a volte sono anche quelle che pensano di essere investite di una facoltà moralizzatrice divina finendo con l’essere travolti da questa foga purificatrice. Marcello Zinola |
Risposta di Trucioli Savonesi, con la collaborazione di
Belfagor: |
Come nelle sue precedenti lettere, pubblicate integralmente
da Trucioli Savonesi, il giornalista-sindacalista Zinola denota uno stile, un
linguaggio, argomentazioni per nulla ripetitive. Rileggere, se interessa. Anzi,
contraddistinte da totale assenza di livore personale.
Eppure, lui non era stato neppure citato. Ma ci vuole bene!
Non vuole mancare tra i 13 fedeli lettori. Speriamo che non ci tradisca.
A scanso di equivoci. Non siamo interessati a “ripicche”
personali, cerchiamo di descrivere, da volontari, privi di quote associative,
senza rimborsi spese, il ruolo-palestra di informazione libera. Cosa accade su
questa terra ligure, dalla nostra modesta visuale. Dando voce a tutti. A chi,
spesso, non è mai riuscito ad averla. Proprio come avviene, a Savona, su Il
Secolo XIX, La Stampa, canali televisivi di Stato e privati. Non per nulla il
“blog” di Beppe Grillo, si esprime sempre in toni elogiativi per la
“libera stampa” e “libera televisione”, in Italia. Ed è l’unico, insieme a pochi
altri, a non parlare mai di “casta” di giornalisti?
Nella vicenda Casagit, citata da Zinola, farina del nostra sacco (vedi numero precedente….) sono stati il titolo (sulla Casta) e tre righe. Ripetiamo, tre righe. Tutto il resto, 4 pagine, è cronaca ripresa da chi è coinvolto nei “bilanci Casagit”.
Abbiamo dato, come si suole dire, poco spazio
all’accusa (per la questione dei debiti) e molto spazio alla difesa, ai
vertici Casagit, come documenta lo stesso numero di Trucioli,
consultabile. L’articolo citato da Zinola non era né firmato, né
siglato. Poco importa. Lui l’ha attribuito a chi gli era più
“simpatico”. Al diavolo fustigatore. La “poverissima” e umile redazione di Trucioli
Savonesi e Uomini Liberi di fronte alla “pacatezza”, alla abituale
moderazione del giornalista Zinola, si è ulteriormente documentata e
questa volta pubblica altri interventi sul tema Casagit. Che batoste! |
Giuseppe Iselli,
presidente del Comitato Esecutivo dell’Unione Nazionale dei Giornalisti
Italiani, nel numero di aprile 2009 de “Giornalista- Pensionato”, ha scritto tra
l’altro: <…Tutti siamo rimasti di sasso
quando abbiamo saputo la verità sui bilanci Casagit, quella verità che per
troppi anni ci hanno nascosto: eravamo convinti di avere un ente solido, con
tante riserve accantonate, capace di affrontare con scioltezze le difficoltà di
questi anni senza contratto e di costi sanitari aumentati. Ma non era così. E
nessuno ci viene a dire, almeno: Scusate, ho sbagliato…Chi comandava, invece,
(come le tre scimmiette) non vedeva, non sentiva e, soprattutto, se ne stava
zitto. Adesso vengono i giri di vite, i risparmi, i risanamenti (e guarda che
fantasia) gli aumenti contributivi…Si comportano come se la Casagit non
appartenesse a tutti i giornalisti e pensano tranquillamente di essere rieletti
al loro posto…>.
Scrive Ezio Chiodini, sempre su
“Giornalista-Pensionato”: <….di fronte ad
una mutua assistenziale si è preferito cedere ad una logica di potere,
lottizzatrice, che poneva al centro degli interessi non del socio-assistito ma
l’elettore, cioè colui che va a votare per
il consiglio generale, secondo logiche di schieramento. Cosi, Casagit è
diventato un centro di potere, è diventata una casa chiusa dove pochi prendono
autonomamente decisioni che gli altri debbono subire…E’ venuto il momento di
voltare pagina, di fare di Casagit una casa di vetro, senza alcun segreto…>.
Ha scritto Paolo Aquaro, consigliere
nazionale dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati:
<…buttiamoli fuori a calci nel
sedere….splafonati grazie a ultradecennali sedute in poltrone ad alto
rendimento…neppure un timido accenno alla fin troppo evidente incapacità
gestionale dei nocchieri della Casagit i quali, guarda caso,
a scadenza di mandato denunciano la situazione tentando di far passare
come “coraggio di suicidarsi” il mero e becero tentativo di ricandidarsi
addirittura. Basta fermarsi un
attimo a leggere il facile etimo della parola ri-candidarsi per cogliere
l’assurdo e impudico raggiro di
queste persone. …Nell’esecutivo del 27 gennaio scorso, con punte di tensione
molti forti, nel paniere finale abbiamo trovato parole come distrazione,
incapacità, leggerezza, menefreghismo, irresponsabilità, dolo, dimissioni,
commissariamento. Perfino corresponsabilità degli stessi assistiti….>.
Dopo aver letto queste delizie, l’artigianale redazione di
Trucioli Savonesi e Uomini Liberi che, come a tutti noto, rappresenta i “poteri
forti” di Savona, del Ponente ligure e della Liguria, si cosparge il “capo di
cenere”, promette, con il suo potentissimo e facoltoso editore Antonio
Signorile (imprenditore/finanziere privato e delle Cooperative rosse,
bianche), che non permetterà mai più allo sconosciuto Luciano Corrado di
rovistare impunemente nell’”armadio”, né utilizzare il “ventilatore” per
descrivere fatti di cronaca vera (peraltro senza condanne e senza risarcimenti
pagati dall’editore de Il Secolo XIX). In futuro la “rumenta” sarà chiusa a
chiave.
Al massimo gli permetteremo di pubblicare, come riparazione
per il grave danno arrecato al sindacalista Zinola e a tutta la
(non) casta dei giornalisti, un annuncio, per una sola volta, su “Savona
Economica”: <Unitevi a Noi- S. Coop.
a.R. L. La società senza finalità speculative si propone lo scopo di
promuovere e sviluppare la partecipazione dei propri soci ad attività di
assistenza sociale, di educazione ed assistenza sanitaria, di soccorso a
popolazioni colpite da calamità naturali o belliche, nonché la diffusione di
insegnamento del diritto internazionale umanitario>. Cercasi con urgenza
presidente...
A Marcello Zinola - già “Managua” &
rivoluzionario buono - con affetto, stima, riconoscenza, devozione, dai
(s)gradevoli componenti della fortunatissima famiglia di Trucioli Savonesi e
Uomini Liberi.
Una piccolissima cortesia finale, se qualcuno ha notizie che
le Opere Pie sociali di Savona hanno alloggi in vendita, a prezzi di mercato,
abbiamo urgente bisogno di una sede. Pagamento assicurato.