C’è chi chiede il rimborso del veterinario, del Viagra, dei corsi di nuoto

La Casta dei giornalisti

che pochi conoscono

Un “buco” di 14 milioni alla Casagit (cassa di assistenza). Perfino un taglio cesareo da 23 mila euro e non solo. Divampano accuse, ma pagarne le spese come al solito i meno pagati e i pensionati veri


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Savona – Il blog “Oli”, edito a Genova, “Osservatorio Ligure sull’Informazione”, nella newsletter n. 219 del 18 marzo scorso, ha messo in rete un interessante, istruttivo articolo sulla tempesta di polemiche che ha investito la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani (circa 24 mila).

Oltre a quanto riportato dal sito genovese che scrive parla di “grosso pasticcio” taciuto dalla carta stampata), riportiamo anche quanto reso noto dalla Casagit stessa sull’ultimo numero  di “Giornalisti” dove si “ascoltano” altre campane e emergono altre sorprese, assai meno note ai comuni mortali.

Ad esempio ci sono giornalisti che chiedono alla Cassa di assistenza il rimborso di visite veterinarie del loro cane, la spesa sostenuta per iscrivere i figli a corsi di nuoto in piscina, richieste di rimborso per il Viagra, persino spese di lavaggio per biancheria. E cosi via. Le “Caste” in Italia non finiscono mai di stupire…neppure quando acquistano obbligazioni per 600 mila euro di Lehman Broters.

 

Cosa ha scritto “Oli”  

Quasi quattro milioni di euro di disavanzo nel 2007. Tredici milioni e mezzo di “buco” pregresso. La Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti (Casagit) si trova, a quanto pare, in un grosso pasticcio. E se non ci saranno forti interventi in proposito entro 3 o 4 anni scomparirà, inghiottita dalla voragine (http://www.infodem.it/fatti.asp?id=2331).
Facciamo un passo indietro e proviamo a capire cosa sta succedendo, da blog e commenti dei giornalisti (la notizia non ha destato l’interesse della stampa). Innanzitutto, per i non addetti, la Casagit, è un’associazione privata, nata nel 1974, per assicurare a soci e familiari un sistema integrativo dell’assistenza dovuta dal servizio sanitario nazionale.
Veniamo ai fatti recenti: dopo quasi dieci anni di continuità al governo della Cassa, Andrea Leone, vicepresidente dal 1998 e presidente dal 2001 fino ad oggi, a fine 2008 dà la notizia di un disavanzo, per l’anno precedente, di 3,9 milioni di euro e della scoperta di un buco nero, quasi 14 milioni di euro. In realtà quei soldi pare che nelle casse non ci siano mai stati: gli enti no-profit sono liberi, per legge, di includere o no, in sede di stesura di bilancio, le spese ed i contributi di cui la cassa ha conoscenza fino alla fine dell’anno. La Casagit finora permetteva di presentare le pratiche di rimborso entro 2 anni.
Un nuovo metodo per redigere il bilancio ha portato a galla la realtà: i forti ritardi nel pagamento dei rimborsi avrebbero fatto sì che quelli che nel corso degli anni erano considerati avanzi di gestione fossero in realtà mancati pagamenti di spese. Per sprofondare nel baratro, poi, si sarebbe aggiunto l’acquisto di obbligazioni Lehman Brothers per 600mila euro, inghiottiti dal crollo dei mercati finanziari, stimolando interrogativi quali: chi decide l’investimento sui mercati mondiali dei fondi della cassa integrativa dei giornalisti? Chi sceglie i titoli?
Il sito della Casagit (http://www.casagit.it) non è prodigo di cifre o informazioni a riguardo, mentre gli articoli a commento della crisi in corso sono al momento indisponibili. Si può trovare in rete (http://www.infodem.it/fatti.asp?id=2331) la risposta del presidente Leone, che ripercorre punto per punto le tappe della catastrofe, e dà alcune risposte. Come mai non avete impostato prima il nuovo sistema contabile? “Abbiamo dovuto aggiornare i sistemi informativi per rendere possibile la raccolta dei dati necessari”. Perchè lo fate ora? “Innanzitutto, pensiamo sia indispensabile per la salute della Casagit, e poi, ci saremo costretti entro il 2010 dalle normative sui fondi sanitari integrativi”. Ecco come si spiega il buco plurimilionario.
Continuando a seguire la linea di difesa dell’attuale amministrazione, (http://it.dir.groups.yahoo.com/group/senzabavaglio/message/4853?l=1), un consigliere giustifica punto per punto le posizioni e le scelte dell’amministrazione, e attacca duramente le abitudini dei soci: Casagit paga un prezzo altissimo – milioni di euro di contributi collettivi – alla “comodità”, alla consuetudine pigra, se non addirittura all’egoismo menefreghistico e al fraintendimento delle finalità dello strumento a disposizione... Casagit non è l’albero della cuccagna, non è un bancomat personalizzato, non è un pozzo di San Patrizio.”
Insomma, la situazione è complicata, ed invelenita dalla prossimità alle elezioni del nuovo cda. Nel frattempo si tampona la situazione con un contributo una tantum per soci e familiari e con un drastico taglio delle convenzioni. Il dibattito ferve e le parole chiave sono “riformare” o “abolire”.
(e.m.)

L’articolo di un consigliere Casagit (vedi) e quello del presidente Andrea Leone.