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Sfogo di un professionista: sfruttati e pagati in nero, albanesi e romeni si “vendicano”

Furti nell’entroterra e muri a secco

I “ladri della legalità” chi sono?

Cento chilometri di muraglioni in pietra da Ventimiglia a Varazze. La Lega che fa?



Razzie e furti in ville, villette, palazzine, alloggi, soprattutto dell’entroterra. L’ultimo allarme risale al 5 marzo scorso. Il Secolo XIX: <La banda degli alloggi fa razzia nell’entroterra>. Basta scorrere la rassegna stampa degli ultimi due anni. Decine di casi che ripropongono una piaga da allarme sociale.

Non molto tempo fa, un lettore ci ha segnalato un’eccezionale testimonianza.

 <Mi trovavo nello studio di un professionista assai affermato…con una clientela proveniente da quasi tutta la provincia…gli ho sentito pronunciare questo romanzina….

...Nell’entroterra si lamentano tanto dei furti, ma continuo a ripetere che se la sono cercata….esistono migliaia di metri di muri a secco…centinaia di ristrutturazioni e nuove costruzioni…chi sono gli opera utilizzati…in stragrande maggioranza albanesi, poi romeni…non sono tutti mascalzoni, ma non si può ignorare che negli ultimi anni la loro presenza debba essere collegata al boom dei furti…E’ inutile lamentarsi con le forze dell’ordine, con lo Stato…E’ la conseguenza dell’andazzo dello sfruttamento della manodopera… dura da troppo tempo…Poi si lamentano dei furti…delle razzie…>.

A questa notizia-testimonianza (verificabile e riscontrabile) ne segue un’altra. Due giovani studenti universitari hanno concluso un “lavoro” (volontario) davvero interessante, curioso, insolito. Con qualche timore, tuttavia, ad uscire allo scoperto.

Hanno “censito”, fotografato, da Varazze a Ventimiglia (due province). Sono giunti ad una strepitosa conclusione. Sono stati realizzati, soprattutto nella prima collina, ma anche nei paesi più a monte delle due province, cento chilometri, metro più, metro meno, di “muri a secco”, in pietra, di cui sono specialisti albanesi soprattutto, seguiti da romeni. Il 98 per cento delle  opere in questione è stato affidato agli stranieri. A prezzi superconvenienti.

Gli stessi due studenti hanno cercato di risalire ai committenti, in qualche caso fingendosi leghisti convinti.

Nella stragrande maggioranza chi ha dato lavoro (spesso in nero, un prezzo a metro quadro superscontato rispetto alle pretese della manodopera italiana o delle imprese di casa nostra) sono schierati o tifano Lega Nord. Sono in prima linea a lamentarsi, almeno in pubblico, a farsi portabandiera e portavoce delle vergogne dell’immigrazione, della microcriminalità.

Non sarebbe corretto mettere tutti i leghisti sulla stessa barca. L’illegalità diffusa all’italiana non conosce etichette.  Ma non può sfuggire l’abbinamento. Da una parte si sfrutta la manodopera albanese e romena, si evadono contributi Inps e fisco, dall’altra ci si lamenta, si grida allo scandalo, per il dilagare della delinquenza e dei furti nei paesi dell’entroterra. Si va a letto con  la paura, si vive ormai in case “blindate”, sopportando anche spese notevoli per rendere le dimore più sicure.

Ci si scandalizza, ed è la verità, per l’impennata di reati di matrice straniera, per il loro ozio nel vederli da mattina a sera seduti ai tavoli di molti bar. Come sbarcano il lunario? Dove vivono? Chi li sfrutta?

Del resto visto che le opere, i muri, i lavori sono alla luce del sole, si può in qualsiasi momento accertare quanto realizzato; si può nello stesso, identico modo verificare la provenienza del materiale, ma soprattutto chi l’ha realizzato. Fatturato? Pagato come? In contanti, con assegno, dietro fattura?

Dio ce ne scampi da un simile controllo! C’è da perdere perlomeno la faccia. I dirigenti leghisti abbiano almeno la sensibilità di rendersene conto. Non riempirsi la bocca e tacitare la coscienza. Prendere atto della sempre più diffusa illegalità (ormai vola col berlusconismo, inutile nasconderlo) che regala all’Italia molti primati.

Non sono opinioni, non sono sospetti. E’ l’evidenza, le statistiche, tutto alla luce del sole.

A corredo si potrebbe aggiungere che quasi sempre i furti iniziano subito dopo la conclusione dei lavori. Quando il manovale si è spostato in altra zona. E spesso, le indagini partono proprio da questo presupposto. Ma tantissime volte, chi indaga si trova con lavoratori in nero, “sconosciuti”. E omertà o paure diffuse ad opera di italiani.

La carenza di controlli, di fatto agevolata dalle nuove norme del governo Berlusconi, non può sfuggire ai leghisti “duri e puri”, a quanti gridano all’assenza dello Stato. Da una parte si fa di tutto per ostacolare la lotta al lavoro nero, all’evasione (basta parlare con gli addetti, chi opera sul campo), ad una giustizia decapitata dal formalismo e dalle carenze più basilari, dall’altra si impugna lo scettro dei sceriffi, della linea dura. Si raccolgono i consensi del “popolino” meno informato. Si fa strada l’odio razziale.

Basterebbe intensificare, non in modo saltuario, i controlli sui cantieri, ad iniziare dai più piccoli e famigliari, ma anche nei casi in cui si realizzano muri (i cento chilometri sono un toccare con mano) per concludere che all’origine esiste un fenomeno sconvolgente. Una metastasi tutta italiana.

Ci lamentiamo dei furti e poi ignoriamo la causa, l’origine. Chi è causa del mal pianga su se stesso, recita un proverbio.

Quel professionista dell’entroterra che commenta ad alta voce uno stato di cose, non è un estremista di sinistra. E’a un simpatizzante della Lega, ma ha la coerenza, il coraggio di dire pane al pane e vino al vino.

E la stessa “piaga”, sotto altre forme, si verifica nelle cittadine della Riviera. Gli alloggi affittati ad extracomunitari, a stranieri europei subiscono strabilianti scenari. Per pagare affitti (monolocali e bilocali) da 480 a 750 euro, oltre agli extra, gli iniziali occupanti, si moltiplicano. Due famiglie in un monolocale. C’è chi resta senza lavoro o chi ha difficoltà a pagare. Come si arrangiano? Quanti sono gli inquilini che non risultano a libro paga presso nessuna datore di lavoro? Come possono documentare di essere in grado di far fronte all’affitto? Chi sono i locatari? Estremisti di sinistra?

Che tipo di controllo viene esercitato dai Comuni, spesso in prima linea a lamentarsi che ci vogliono più uomini e più mezzi da parte delle forze dell’ordine? Quanti controlli vengono fatti dai vigili urbani? Quali i risultati? Mai resi pubblici e forse neppure richiesti? Quante sono le abitazioni affittate a stranieri, ma anche trasformate in “case d’appuntamento”, occupate dalla malavita, ad iniziare dai viados, dalle prostitute, dai protettori che di notte vanno al casinò e di giorno dormono? Come trovano ospitalità questi “signori” visto che di case libere non ce ne sono per tante oneste famiglie italiane? Per giovani coppie che pur avendo un lavoro, non riescono a far fronte a certi affitti? Qualcuno dovrà pure lavarsi la coscienza! I panni sporchi.

L.C.