mail della settimana/Indiscrezioni, siluri, liti anche per le poltrone in Provincia 

Ciangherotti sindaco di Albenga:

il tifo nel centro destra si rafforza

Il medico antiaborto può contare sull’appoggio di Scajola, Barbero, Guarnieri



Eraldo Ciangherotti in un manifesto elettorale
  con Giuliano Ferrara


Cara redazione di Trucioli Savonesi,
Vi segnalo, sperando di essere utile alla completezza di informazione, che ad Albenga sono partiti i grandi giochi per le prossime elezioni comunali. Ad oggi nel  centrosinistra è scontata la ricandidatura dell'attuale Sindaco, Antonello Tabbò, mentre nel PDL crescono le quotazioni dell'odontoiatra Eraldo Ciangherotti , 34anni, presidente del centro aiuto per la Vita ingauno e di FederVita Liguria, fervente cattolico, non a caso sponsorizzato dalla influente Curia albenganese.

Eraldo Ciangherotti, già candidato alle ultime politiche con la lista “Aborto? no Grazie” di Giuliano Ferrara, gode della stima del consigliere regionale del PDL, Angelo Barbero e della Leader locale della Lega, Rosy Guarnieri, già assessore con la giunta di Mauro Zunino.

Un medico in ottimi rapporti con l'UDC e che ha già ottenuto una pre-investitura dal ministro Claudio Scajola, il quale non perde occasione per tesserne pubblicamente le lodi per "il nuovo ed intelligente modo di fare politica".

L'ascesa di Ciangherotti rischia di frustrare le ambizioni del Presidente dell'AVa  Pietro Balestra che fino a poco tempo fa pareva in pole position per la candidatura a sindaco di Albenga.
Ciangherotti
di recente ha difeso a spada tratta Silvio Berlusconi per il
Decreto legge su
Eluana Englaro, rendendosi protagonista di una vera e propria
crociata per il diritto alla vita.

Secondo gli immancabili maligni la sua sovraesposizione mediatica ed i suoi continui attacchi alla giunta Tabbò (rea, a suo avviso, di fare troppo poco per disabili e anziani indigenti) farebbero parte di una strategia politica e  sarebbero un anticipo della futura campagna elettorale .
Ringraziando per l'ospitalità, porgo distinti saluti.
(indirizzo e-mail)

 

Risponde Trucioli: chi frequenta e conosce il “fiuto politico” di Claudio Scajola, sa che non si espone in una competizione elettorale, cavalcando il “fondamentalismo” ed i “fondamentalisti”. Anche nell’ambito della coalizione governativa di Berlusconi è considerato, dagli osservatori più attenti, il “ministro più moderato e pragmatico”. Un Ciangherotti, persona onesta, non compromessa, ma di “fede Ferrara”, simbolo dell’estremismo, resta un obiettivo intralcio alle mire e alle strategie di Scajola, degli stessi esponenti del Popolo della Libertà.

Il più accreditato alla “corte”, stando ai “bene informati”, è Sandro Piccardo, ex candidato del centro-destra sconfitto alle elezioni provinciali,  attuale segretario comunale di Ceriale (giunta e coalizione fortemente voluta da Scajola-Vaccarezza), ex sindaco di Onzo. Persona preparata, poco loquace, concreto, con esperienza, da anni ormai lontano dai giochi di potere e dai compromessi della politica attiva.

Piccardo, famiglia albenganese di commercianti, sulla carta sembra avere più chanche, rispetto al candidato della prima ora, Pietro Balestra, sindaco storico (ora è vice) di Villanova, padre-padrone di quell’aeroporto che ha difeso oltre ogni limite, grazie anche alla “stampa amica”, all’informazione senza memoria; ente che nei decenni ha ingoiato molti miliardi dei contribuenti. Fortunatamente la società di gestione sta per essere assorbita da imprenditori privati. Ed il “pozzo senza fondo” e “senza vergogna” dovrebbe finire la sua corsa, dopo un’infinità di brutte figure.

Si pensi soltanto ai contenuti della trasmissione “Porta a Porta” di  Michele Santoro, al servizio-scandalo di Corrado Formigli, con una platea di 4 milioni di telespettatori. Alle reazioni, scomposte, alle richieste di pubbliche scuse, di rettifica a Santoro, alla Rai, hanno dovuto mettere la coda tra le gambe. Neppure la  sbandierata scesa di campo dei presidenti Giuliano (Imperia) e  Bertolotto (Savona), per la serie “prendi e porta a casa”, ha sortito effetti.   

Per l’attivissimo e il navigatissimo Pietro Balestra (l’unico giornalista che aveva osato disubbidire era il corrispondente Dario Freccero) pareva si fosse spalancato un posto in Provincia,  come sicuro assessore, vice presidente.

Ma il collegio di Forza Italia, di Andora, ha reagito con una plateale e vigorosa ribellione. Hanno scritto: <Balestra non è mai stato iscritto a Forza Italia, né al Pdl, non si è mai schierato apertamente con gli azzurri, nel collegio di Andora è controproducente non scegliere un candidato locale>.

Non pare abbia avuto sorte migliore un altro ex democristiano della prima ora,  passato sul carro vincitore della PDL, Piero Revetria, sindaco di Ceriale, dimissionato dalla giunta che presiedeva al suo secondo mandato, rielettocon primato di preferenze, con il centro destra capeggiato dal sindaco Ennio Fazio, assessore nella sua giunta.  Revetria, nonostante il suo fedele servizio nella Comunità Montana Ingauna, non sembra molto ben visto dai dirigenti di Forza Italia locali. Revetria ha fallito come sindaco (Ceriale è accreditata tra le città più disastrate della provincia, sotto ogni aspetto), ma avrebbe conservato un forte seguito nell’elettorato moderato.

Ci sono resistenze, ad Albenga vorrebbero un albenganese forzista, capace di rimpiazzare, per la Provincia, un giovane serio e preparato come Alberto Delfino, prestigiosa famiglia di Erli, emigrato nell’Udc.

Chi avrebbe interesse a remare contro Revetria, sarebbe, ma pochi ci credono, il redivivo Gianfranco Sasso che l’attento Luca Rebagliati, su Il Secolo XIX del 9 febbraio, definisce addirittura <uomo forte del partito (Forza Italia) che non si accontenterebbe più di  rimanere dietro le quinte>.

La volta precedente il centro destra ingauno ha regalato il Comune, su un piatto d’argento al centro sinistra, a seguito di fortissime tensioni e veleni, soprattutto tra big di due logge massoniche di Palazzo Giustiniani, una in “strana alleanza” con una loggia di Piazza del Gesù.

Gianfranco Sasso, esperto di logge già negli anni ’80, inciampato in qualche inchiesta giudiziaria, “deviato” nel campo degli affari tra Albenga e Torino, potrebbe essere la mina vagante capace di far deflagare un’altra volta il centro destra. Difficile credere che la Lega possa ingoiare tanti rospi.

Non solo, Angelo Barbero, consigliere regionale di An, ex capogruppo di Forza Italia,  padre della legge dei sottotetti diventati abitabili, non conta più niente? Eletto per fare la “bella statuina” negli scenari politici albenganesi?